Network microbiota, immunità e citochine
Network microbiota, immunità e citochine.
L’evento, organizzato da ImBio, si terrà sabato 16 ottobre a Milano.
Per informazioni e iscrizioni:
info@imbioacademy – Tel. 377 943 1231
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In questa sezione trovi gli articoli in cui sono sono stati pubblicati i video dell’associazione.
L’obiettivo principale dell’Osteopatia è mettere l’organismo nelle migliori condizioni per poter preservare lo stato di salute e combattere al meglio un’eventuale patologia. Il corpo riesce a mantenere questo stato grazie ai meccanismi di autoregolazione ed autoguarigione. Alla base di questi meccanismi c’è il lavoro coordinato e preciso di tutte la parti del corpo, di tutti i sistemi, di tutti i tessuti e di tutte le cellule. Le interrelazioni tra organi e sistemi, ben conosciute in Anatomia e Fisiologia e ben sottolineate da A.T. Still, rappresentano la base per capire come l’organismo riesca ad auto-regolarsi ed auto-guarirsi. In Osteopatia si dà peso all’apparato muscolo-scheletrico, spesso con il rischio di non considerare tutti gli altri. L’apparato locomotore rappresenta uno dei sistemi su cui un processo infiammatorio, infettivo o anche oncogenetico, che si sta sviluppando in qualche parte del corpo e che può non aver ancora dato segni e sintomi, può manifestarsi con dolore o alterazioni tissutali. Viceversa, esso rappresenta uno dei sistemi su cui l’osteopata agisce per apportare un cambiamento sui processi interni alterati. L’apparato muscolo-scheletro rappresenta solo uno dei sistemi attraverso il quale si possono ristabilire, entro certi limiti, le capacità autoregolative del corpo. Questo è spiegato bene dalle connessioni anatomiche e fisiologiche tra apparati. Per un osteopata, quindi, dovrebbe risultare impossibile separare l’apparato muscolo-scheletrico, da tutti gli altri, sia da un punto di vista anatomico che funzionale, anche in virtù del principio di globalità del corpo. Tutto è connesso. Continuando su questa traccia, nella nostra disciplina si considerano ambiti come quello cranio-sacrale, viscerale e muscolo-scheletrico come parti di un unico insieme, ovvero l’Osteopatia. Non bisogna dimenticare, però, che su questi ambiti esiste un controllo ed una attività continua di sistemi “diffusi” che sottendono ai processi di autoguarigione ed autoregolazione, ovvero al mantenimento dell’omeostasi e dell’allostasi. Essi sono il sistema nervoso (in particolare il sistema nervoso autonomo/enterico), il sistema endocrino ed il sistema immunitario (figura 1). Figura 1 Vorrei focalizzare l’attenzione su quest’ultimo che rappresenta uno dei sistemi più importanti per l’autoguarigione e che spesso viene poco considerato in ambito osteopatico. Il sistema immunitario risente, in modo diretto, delle condizioni ormonali, neurovegetative e della meccanica dei tessuti. Gli organi e le cellule del sistema immunitario sentono e rispondono allo stato meccanico del tessuto (tensione, compressione, forze di taglio) e allo stato pressorio dei fluidi (liquido interstiziale, sangue, linfa, LCR). (Sugimura et al. 2016) (Vogel 2018). La risposta immunitaria sia essa innata che adattiva risente del microambiente sia dal punto di vista biochimico sia puramente meccanico (Du et al. 2023, Orsini et al. 2021, Zhang et al. 2020, S. Pageon et al. 2018, Harrison et al. 2019, Chen et al. 2013, Huse 2017). Nella cosiddetta disfunzione somatica si assiste ad una modificazione della matrice extracellulare (ECM), in termini di architettura e proprietà meccaniche (visco-elasticità), che influenzano in modo significativo l’attività delle cellule, tra cui quelle del sistema immunitario. Ricordo che la ECM rappresenta la Fascia, a livello microscopico, ed è onnipresente. Anche per il sistema immunitario i processi di meccanotrasduzione, ovvero di percezione delle condizioni meccaniche del microambiente, la trasformazione in segnali intracellulari e la conseguente espressione o silenziamento genico, sono alla base dell’attivazione immunitaria, della produzione di citochine, dello switch metabolico ed isotipico, della proliferazione, ecc… In altre parole, di tutti gli adattamenti dinamici e regolatori dell’immunità. Le forze agenti a livello meccanico regolano, in base a durata ed intensità, gran parte delle funzioni delle cellule immunitarie, come la migrazione e l’attivazione recettoriale (Huse 2017) (Pageon et al. 2018)(Zhu et al. 2019). I recettori che maggiormente vengono attivati includono le integrine, i canali ionici meccanicamente attivati che utilizzano cationi (Ca++, Mg++, Na++, K+), come quelli della famiglia PIEZO e TRP (Transient Receptor Potential) tra cui i TRPV4 (Orsini et al. 2021) (Du et al. 2023). L’attivazione di questi recettori permette un riarrangiamento del citoscheletro e delle forze meccaniche intracellulari che, attraverso un sistema proteico compreso nell’involucro nucleare detto LINC (Linker of Nucleoskeleton and cytoskeleton Complex), regola, a sua volta, il riarrangiamento della cromatina che risulta essere fondamentale per l’espressione o il silenziamento genico. (Tajik et al. 2016) (Lombardi et al. 2011) (Versaevel et al. 2012) (Michealson et al. 2001). Inoltre, la traslocazione di vari fattori di trascrizione dal citoplasma al nucleo (ad esempio YAP/TAZ) dipende dalle forze meccaniche extra ed intracellulari ed è responsabile della trascrizione di fattori come NFkB, NFAT, HIF-1a, AP-1, ecc. che regolano processi come l’infiammazione, l’angiogenesi, la chemiotassi, la proliferazione cellulare e l’attività di macrofagi, linfociti T, B (quindi la produzione di anticorpi), NK, granulociti, ecc. (Solis et al. 2019) (Saez et al. 2020) (Donahue et al 2017). Cellule dell’immunità innata, come i macrofagi, risentono delle forze meccaniche responsabili della loro polarizzazione e riprogrammazione in M1 (tipo pro-infiammatorio) ed M2 (tipo pro-healing) (McWhorter et al. 2015) (Meli et al. 2020), della migrazione, fagocitosi (Sridharan et al. 2019) (Dutta et al 2020), produzione di ROS (reactive oxigen species) (Geng et al 2021) e citochine pro o antiinfiammatorie (Meli et al. 2020) (Scheraga et al. 2020). Ad esempio, i recettori TRPV4 regolano l’attività dei macrofagi polmonari in base alle caratteristiche meccaniche del polmone in corso di infezione da Mycobacterium tubercolosis. L’attività battericida dei macrofagi polmonari dipende dalle caratteristiche meccaniche dello stroma (ECM-Fascia). (Scheraga et al. 2020) (Naik et al. 2020). Ecco perché i fondatori dell’Osteopatia lavoravano anche sulla tubercolosi. Migliorare le condizioni meccaniche del polmone (nonché l’irrorazione e l’innervazione vegetativa dell’organo) significa potenziare l’attività immunitaria al suo interno. Anche le cellule dell’immunità adattiva, come i linfociti T e B, sono direttamente regolate dalle forze vigenti nel tessuto. La migrazione, l’homing, la secrezione di citochine, la proliferazione, la citotossicità, nonché la produzione di anticorpi specifici dipendono anche dalla meccanica tissutale. (Saitakis et al. 2017) (Hickey et al. 2019) (Liu et al. 2021) (Spillane et al. 2017) (Zeng et al. 2015). Si potrebbe continuare all’infinito, ma non è scopo di questo articolo entrare nello specifico del mondo relativo alle forze meccaniche regolatrici l’immunità, anche se, a mio avviso, ogni osteopata dovrebbe interessarsene. È un mondo estremamente complesso ed affascinante che abbraccia la Biologia Molecolare, la Genetica, la Citologia, l’Istologia, l’Anatomia e la Fisiologia; vale la pena […]
L’incontro di mercoledì scorso degli associati di Omicron Beta, del Comitato Scientifico e di una delegazione di studenti della ICOMM ha rappresentato per l’associazione la conferma che la strada intrapresa da Oliviero Bonetti sia quella giusta per cambiare le sorti dell’osteopatia sempre più emarginata in un ruolo che non le appartiene. L’incontro che si è tenuto presso la scuola di osteopatia ICOMM a Roma ha visto la partecipazione in presenza di più di 60 persone ed almeno altre 30 collegate via webex e tra queste importanti figure del campo medico, biologico ed universitario. Il Dott. Bonetti ha aperto la serata ribadendo le origini e gli obiettivi dell’ Associazione di Ricerca da lui fondata. Omicron Beta si prefigge lo scopo di rileggere le intuizioni di Still (padre fondatore dell’Osteopatia) secondo le moderne conoscenze scientifiche, di studiare e divulgare principi osteopatici, di provare potenzialità e limiti, di accrescere le conoscenze, tutelare e preservare l’Osteopatia. E’ stata sottolineata l’importanza di avviare gruppi di ricerca su: Infiammazione, Campo oncologico, Meccanica del nucleo cellulare, Progetto Cannabis con l’intenzione di realizzare pubblicazioni scientifiche. C’è stato poi un intervento del biologo ricercatore Valerio Chiurchiù che insieme a Bonetti ed AJ De Koning ha manifestato la loro idea di realizzare un progetto che abbia come obiettivo la misurazioni di marker specifici del processo di risoluzione dell’infiammazione dopo trattamenti osteopatici. Per i non addetti all’osteopatia Bonetti ha fornito anche alcuni elementi a supporto della comprensione del tema della serata che verteva sull’osteopatia in ambito oncologico. Bonetti ha parlato dei concetti osteopatici di “Correlazione tra struttura e funzione”, di “Globalità del corpo” e di “Autoregolazione ed autoguarigione”. La presentazione magistrale del Dott. Fabio Calabrò sulla “Guerra al Cancro” ha rappresentato il punto più alto della serata. Tutti i partecipanti hanno potuto comprendere al meglio quanto questa malattia sia insidiosa e subdola e come l’ambiente meccanico giochi un ruolo fondamentale. Irrorazione, innervazione , sistema endocrino, trasporto attraverso i fluidi sono solo alcuni degli elementi da tenere in considerazione. Il concetto più interessante emerso nel corso della visione delle slides è quello del microambiente. Calabrò ha fatto capire quanto sia difficile correre dietro a tutte le mutazioni cellulari che caratterizzano il tumore, forse il nuovo modo per combattere questa malattia è lavorare sul microambiente. E l’osteopatia che tramite il sistema fasciale lavora sulla matrice extracellulare potrebbe rappresentare una ulteriore arma a disposizione per la cure oncologiche? Tutto il mondo scientifico se lo augura, c’è tanta strada da fare ma i presupposti sono più che interessanti. Guarda il video dell’evento: https://www.youtube.com/watch?v=YCI6hQJmt4k
Network microbiota, immunità e citochine. L’evento, organizzato da ImBio, si terrà sabato 16 ottobre a Milano. Per informazioni e iscrizioni: info@imbioacademy – Tel. 377 943 1231
“Salutiamo con favore il compimento del percorso di istituzione della professione sanitaria dell’Osteopata, raggiunto oggi in Consiglio dei Ministri. Dopo anni di attesa, trascorsi dall’annuncio dell’intenzione di voler riconoscere questa fondamentale figura professionale, la decisione del Governo finalmente cristallizza il percorso che porterà i futuri osteopati ad essere professionisti laureati all’interno del contesto universitario italiano”. Lo dichiara il Rettore dell’Università Medica Internazionale di Roma, UniCamillus, Gianni Profita. Roma 24 giugno 2021 Leggi il Comunicato Ufficiale Presidenza Degli Consiglio dei Ministri
Vorrei iniziare questo articolo con una frase di Andrew Taylor Still: “L’osteopata non dovrebbe mai temere di trovarsi di fronte ai disturbi climatici o alle malattie delle quattro stagioni. Dovrebbe entrare nella battaglia con la sua conoscenza della fisiologia e dell’anatomia e far superare ai suoi pazienti febbri di tutti i tipi. Non dovrebbe mai aver paura di prendere un caso di difterite, di scarlattina, di tonsillite, di mal di gola, di morbillo, di polmonite, di febbre tifoide, di erisipela, se viene chiamato entro un periodo di tempo ragionevole”. La scelta di iniziare con questa frase non è dettata dal voler creare un effetto teatrale e drammatico che possa in qualche modo enfatizzare ciò che sto per dire. Il mio vuole essere solo un invito a riflettere in questo periodo di emergenza. La presidentessa del ROI ha inviato tutti gli osteopati a chiudere i loro studi e rimanere a casa. Consiglio che, personalmente, condivido solo se strettamente applicato all’interno di questa attuale situazione e data l’attuale visione dell’Osteopatia, purtroppo interpretata molto spesso erroneamente dagli stessi professionisti del settore. Primo, perché il professionista sanitario, medico, infermiere, fisioterapista, osteopata, ecc… è un possibile veicolo di contagio essendo esposto al contatto diretto con il pubblico. Secondo, perché l’epidemia è in fase acuta e si è arrivati ad un tale grado di diffusione che, oramai, sarebbe praticamente inutile intervenire in qualsivoglia modo. E qui mi riferisco alla frase di Still che recita: “..se viene chiamato entro un periodo di tempo ragionevole”. Ciò che, a mio avviso, è allarmante, è il fatto che gli osteopati non si siano minimamente sentiti chiamati in causa in questa emergenza. C’è il silenzio più assoluto, sui media e sui social. Nella lettera della presidentessa del ROI si fa riferimento al fatto che la nostra professione non salva vite. Questo è vero, ma solo in parte. Necessita interrogarsi su alcune domande: “Per cosa è nata l’Osteopatia? Quali sono i suoi scopi? Leggendo i libri di Still quali insegnamenti se ne traggono? Studiando tutte le materie scientifiche di base e considerando la moderna meccano-biologia, quali sono le conclusioni a cui si può arrivare?”. Still, nei suoi scritti, parla di “malattia”. L’Osteopatia è nata con lo scopo di curare disturbi e malattie, non certo con l’intento principale di curare “mal di schiena” e “dolori al ginocchio”. Ricordo che questi rappresentano, il più delle volte, solo i sintomi e le manifestazioni, sull’apparato muscolo-scheletrico, di processi patologici/disfunzionali attivi altrove. Inoltre, leggendo gli appunti degli allievi diretti di Still (come ad esempio: Elmer Barber o Carl McConnel) si capisce, ulteriormente, come tutte le manipolazioni fatte sull’apparato muscolo scheletrico siano rivolte a risolvere processi patologici e disturbi interni ai visceri ed ai sistemi. Negli ultimi venti anni, le moderne Scienze Mediche e Biologiche, in particolar modo la Meccano-biologia, hanno confermato le intuizioni di Still. La bibliografia scientifica ufficiale trasuda di articoli e ricerche a conferma di ciò. I principi fondamentali dell’Osteopatia sono scritti nella Biologia Molecolare, nella Fisiologia, nella Fisiopatologia ed in tutte le Scienze di Base. L’Osteopatia ha possibilità di applicazione in tutti i campi della Medicina, se integrata ed affiancata, opportunamente, alle terapie convenzionali. Mi addolora constatare quanto ciechi siano molti osteopati. La nostra professione non salva vite, ma potrebbe farlo. Lo scopo dell’Osteopatia è quello di promuovere lo stato di salute, di potenziare e rendere efficienti i sistemi di auto-guarigione, tra cui anche l’Immunità. Un organismo in salute ha molte meno probabilità di ammalarsi (anche di coronavirus) rispetto ad uno che non lo è. Se si contrae una forte infezione/infestazione (batterica, virale o parassitaria), le possibilità di guarire sono sicuramente più elevate se il paziente era precedentemente in uno “stato di salute”, con un sistema immunitario integro e senza patologie correlate che potrebbero interferire sui processi di auto-guarigione (ad esempio: difficoltà nel controllo pressorio, glicemico, endocrino, vegetativo, ecc…). L’Osteopatia dovrebbe intervenire sia in modo preventivo, per far sì che i pazienti si ammalino il meno possibile, sia nel post-malattia per evitare l’indebolimento dell’organismo, delle sue difese ed eventuali recidive. Spesso gli osteopati fuggono da ciò che viene considerato “patologico”, tradendo pienamente i principi osteopatici dettati da Andrew Taylor Still e manifestando anche una discreta ignoranza professionale. Questo periodo di emergenza NON dovrebbe essere un momento di pausa e di silenzio. Dovrebbe essere un incentivo ad interrogarsi su chi siamo, su cosa dovremmo realmente fare della nostra professione, su cosa argomentare e su quale indirizzo dare alla ricerca osteopatica. Sarebbe necessario “sfruttare l’onda” per poter informare l’opinione pubblica (ed anche molti osteopati) delle nostre reali potenzialità. L’Osteopatia non è il “dolore al collo”, non è il “mal di schiena”, non è la “tendinite” o i “dolori mestruali”. L’Osteopatia è stato di salute, auto-guarigione, processi omeostatici ed allostatici, metabolici, biochimici, biomeccanici, endocrini, immunitari, vegetativi, psichici, ecc… Bisognerebbe avere il coraggio ed assumersi la responsabilità di uscire dal nostro “comodo rifugio” dell’approccio muscolo-scheletrico e vincere la paura del “patologico”. Necessita diffondere l’Osteopatia per ciò che dovrebbe essere e non per una specie di “Fisioterapia plus”. Sarebbe necessario reindirizzare molti “colleghi” che utilizzano le tecniche manipolative in una visione prettamente fisioterapica o ancor peggio sintomatica. Sarebbe opportuno sensibilizzare l’opinione pubblica su ciò che dovrebbe essere l’Osteopatia e sulle sue potenzialità, ma per farlo, dobbiamo noi, per primi, esserne convinti. Solo quando, negli studi osteopatici, si presenterà un gran numero di pazienti che vuole essere trattato per combattere le infezioni batteriche o micotiche, le influenze stagionali, le alterazioni della glicemia o della pressione oppure per migliorare semplicemente il proprio stato di salute, allora (… e solo allora) gli osteopati avranno vinto!
Negli ultimi anni si sta assistendo, in ambito osteopatico, ad un decadimento della sua filosofia originaria, generato da nuovi movimenti che, nonostante ne proclamino l’efficacia, altro non fanno che allontanarsi nettamente dallo scopo e dalla motivazione che condussero alla nascita dell’Osteopatia nella seconda metà dell’Ottocento. Questo articolo nasce dal desiderio di far luce sui fenomeni che stanno conducendo ad un’allarmante distorsione di questa scienza e dalla volontà di fare un’analisi dura e, spero costruttiva, del quadro osteopatico italiano odierno. Da alcuni anni, si è assistito alla nascita di due fenomeni controversi: da un lato, ci sono professionisti che cercano disperatamente di esercitare e promuovere l’Osteopatia secondo i concetti originari di A.T. Still, di farla accettare al mondo medico, di iniziare ricerche che tendano ad evidenziarne le potenzialità e di comprovarne, con metodo scientifico, la validità; dall’altro lato, esiste una pletora di “pseudo-professionisti” che aggiungono una “falsa osteopatia” a qualche altra professione o pratica (fisioterapia, metodi olistici, preparazione fisica, yoga, zumba, pseudo-medicine dal sapore orientale e new age…) e che vendono un prodotto finale che altro non è che un “minestrone di tecniche” rivolte a diminuire la sintomatologia riferita dalla persona, in antitesi con gli originali concetti osteopatici. Nell’ultimo periodo numerosi italiani si sono avvicinati all’Osteopatia, incrementando statisticamente la percentuale di richieste di trattamento, ma le errate interpretazioni di quest’ultima hanno fatto sì che i risultati delle terapie non siano stati sempre positivi, inducendo i pazienti a rivolgersi a numerosi “professionisti” prima di trovarne uno realmente preparato. Ritengo che due siano i fenomeni che contribuiscono maggiormente a creare nuovi modelli osteopatici inadatti e non efficaci. Il primo è quello per il quale presunti osteopati neodiplomati si lanciano nel campo della ricerca e della formazione senza tuttavia avere un’esperienza clinica e teorica adeguata e, molto spesso, senza conoscere i motivi per i quali l’Osteopatia è nata. Essere un “diplomato” non significa essere un “professionista”. Il secondo consiste invece nella tendenza a confondere la “tecnica” con l’ “Osteopatia”. La maggior parte dei corsi post-graduate, difatti, verte sull’esclusivo insegnamento di tecniche, senza tenere in considerazione che queste sono solo gli “strumenti” con cui si interviene sul paziente. L’inadeguata e sterile formazione post-lauream, unitamente alla mancanza di umiltà che caratterizza molti dei diplomati in questa branca, sono il motivo per cui è sempre più facile, ad oggi, rivolgersi ad operatori poco qualificati, i quali si presentano spesso con titoli abusivi che sfiorano il reato di usurpazione di titolo (art. 498 del codice penale) e travisano la filosofia osteopatica, mettendo in cattiva luce questa disciplina e screditando il lavoro di coloro che la praticano con profonda dedizione ed in modo esclusivo: i veri “professionisti”. Ciò che contraddistingue un vero osteopata è il ragionamento clinico e la fine palpazione, che si apprendono solo dopo molti anni di studio e di pratica. Inoltre, egli dovrebbe possedere un’ottima conoscenza delle materie scientifiche di base, le quali danno la possibilità di avere un esatto quadro clinico del paziente e di interagire con altre figure, come ad esempio il medico, sullo stesso livello culturale. Ciò richiede notevoli impegni e sacrifici, motivo per il quale la “vera Osteopatia” rappresenta una via che solo pochi hanno il coraggio e la volontà di intraprendere. A causa della leggerezza con la quale i finti professionisti praticano questa disciplina, l’Osteopatia italiana non sta crescendo, ma si sta involvendo ad un ritmo drammaticamente veloce ed i risultati di questo suo declino saranno visibili tra pochi anni. Con sempre maggior frequenza sui social media vengono pubblicati video ed articoli di coloro che non posso far altro che definire “opinionisti auto referenziati”, che forniscono una visione dell’Osteopatia edulcorata, ingannevole e falsa. Purtroppo ciò accade anche in contesti quali le trasmissioni radiofoniche, le trasmissioni televisive e le riviste del settore, nelle quali intervengono e scrivono personaggi che, con metodiche improprie, snaturano la disciplina e che, pertanto, non oserei definire “colleghi”. Questo è ciò che accade, purtroppo, quando i media consentono a qualunque operatore di dir ciò che vuole. Il risultato di questa ingannevole divulgazione rappresenta un danno gravissimo ed irreparabile per l’Osteopatia italiana. Personalmente ho scelto di diventare un osteopata professionista immediatamente dopo aver conseguito il diploma. Mi sono inserito nel mondo della ricerca e della formazione post-graduate in “punta di piedi” e solamente dopo 15 anni di studio, di pratica clinica e di insegnamento svolto in due delle più importanti scuole italiane. Nonostante questo percorso, non mi sento tutt’ora “professionalmente arrivato” ed il desiderio di essere in grado di avere una visione d’insieme più ampia mi ha portato ad iniziare lo studio delle Scienze Biologiche, al fine di colmare le lacune di conoscenza e di approfondire numerosi argomenti che sono alla base della teoria osteopatica. In questo periodo storico il mondo osteopatico è in una situazione critica, in bilico tra il riconoscimento di professione ed il marchio di “ciarlataneria”. Ritengo sia dovere di tutti coloro i quali tengono a questa professione combattere il “non-professionismo”, la falsa divulgazione e l’ignoranza. Salviamo l’Osteopatia, per favore! Con profondo dolore, Oliviero Bonetti – D.O.
Abbiamo formato il Comitato Scientifico ed abbiamo iniziato subito a lavorare, ancor prima di ufficializzare lo Statuto. Nel Comitato Scientifico sono coinvolti: Dott. Giuseppe Morelli Medico chirurgo specialista in Chirurgia Toracica. È stato Dirigente Medico dell’Unità Operativa di Chirurgia Toracica dell’Ospedale San Filippo Neri – Roma. Attualmente esperto di Pianificazione Ospedaliera ed extra ospedaliera negli interventi relativi a situazioni di maxi emergenza da contaminazione Chimica, Biologica, Radiologica e Nucleare. Dott.ssa Daniela Willems Biologa ricercatrice. Dottorato di ricerca in Scienze Morfogenetiche e Citologiche. E’stata Docente nei corsi di Laboratorio di Colture Cellulari nel corso di Laurea Magistrale di Biologia Cellulare e Molecolare (Università di Viterbo). Attualmente insegna laboratorio di Ecotossicologia. L’attività di ricerca si focalizza sul differenziamento cellulare animale attraverso l’utilizzo di modelli di colture in vitro per saggi di tossicità di inquinanti ambientali. Dott. Valerio Chiurchiù Biologo ricercatore. Attualmente presso Scuola di Medicina e Centro Integrato di Ricerca del Campus Bio-Medico e presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma. Laboratorio di Neurochimica dei Lipidi. Studia il ruolo dei lipidi nella modulazione delle risposte infiammatorie nelle varie popolazioni del sistema immunitario, sia nei processi fisiologici che patologici neurodegenerativi ed infiammatori cronici (sclerosi multipla, Alzheimer). Studia il ruolo di nuovi lipidi bioattivi (resolvine, maresine, …) collaborando quotidianamente con prestigiose università tra cui l’Università di Stoccolma e Harvard University di Boston. Dott. Fabio Calabrò Medico chirurgo specialista in Oncologia. Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica – Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini. Oltre all’attività clinica, svolge attività di ricerca partecipando in qualità di sperimentatore a numerosi studi internazionali di fase I, II e III. Adrianus Jacobus De Koning, D.O Direttore dell’ International College of Osteopathic and Manual Medicine (ICOMM). Presidente del registro degli osteopati olandese dal 1990 al 2001. E’ stato Presidente dell’ Upledger Institute . Collabora con il Barrall Institute. Attività di ricerca sulla fibrillazione atriale con il reparto di cardiologia del Fatebenefratelli. Jonathan Parsons, D.O Osteopata. Responsabile della didattica presso Eureopean School of Osteopathy (ESO) di Maidstone (UK).
Nascono la OMICRON BETA Osteopathic Research e la GAMMA WAVE Advanced Osteopathic Education and Training Lavoro come osteopata professionista da circa 15 anni. Dopo il diploma mi sono dedicato completamente all’attività clinica ed all’insegnamento, prima come assistente poi come docente. Durante questo percorso mi sono reso conto che l’Osteopatia ha enormi potenzialità e nello stesso tempo manca di spiegazioni. Nel 1998 uscì un articolo sull’ American Scientific dove venivano presentati gli studi sul concetto di Tensegrità e sulla meccano-trasduzione cellulare. Immediatamente capii che quella era una della possibili strade da seguire per giustificare ciò che i principi dell’Osteopatia dettano da 150 anni. Raccolsi sempre più materiale sull’argomento, accorgendomi, però, di non avere le basi per poter capire ciò che era scritto nella maggior parte degli articoli. Recettori, pattern molecolari, cascate enzimatiche, reazioni chimiche, rappresentavano spesso una giungla di sigle incomprensibili. Il mio studio più cercava di andare in profondità e più diventava incubo, frustrazione e senso di avvilimento.
Even before defining the articles of association, we gathered the members of the scientific committee and we started working rightaway. The Scientific Committee is made up of: Dr. Giuseppe Morelli, M.D. Medical Surgeon Doctor specialised in Cardiothoracic Surgery. He is former Managing Director of the Operative Unit of Cardiothoracic Surgery, Hospital San Filippo Neri, Rome. At the moment, he works as an expert in the management of in- and out-of hospital major emergency situations, conventional and unconventional events (natural or incidental disasters, CBRN scenarios). Dr. Daniela Willems Research Biologist. PhD in Cytological and Morphogenetic Sciences. Former Professor of the Cell Culture Lab, Master’s Degree Course in Cellular and Molecular Biology (University of Viterbo). She is currently in charge of the Ecotoxicology Lab. The research activity focuses on animal cell differentiation observed in models of in vitro cultures tested through samples of toxicity coming from environmental pollutants. Dr. Valerio Chiurchiù Research Biologist. Currently working as a researcher at the Medical School and Integrated Centre for Research of Campus Bio-Medico University and at the Santa Lucia Foundation IRCCS, Neurochemistry of Lipids Lab. Both located in Rome. His research activity is focused on the regulatory effect bioactive lipids have on the inflammatory response of different population groups of the immune system, in both physiological and pathological processes ( neurodegeneration, chronic inflammation e.g. MS, Alzheimer’s). He is also studying the role of new bioactive lipids (resolvins, maresins..) in collaboration with prestigious universities such as The University of Stockholm and Harvard Medical School of Boston. Dr. Fabio Calabrò, M.D. Medical Doctor specialized in Oncology. Managing Director of the Oncology Department at San Camillo-Forlanini Hospitals. Beside the clinical practice, he carries out research activity taking part as investigator in numerous international clinical trials, phase I to III. Adrianus Jacobus de Koning, D.O. Director at the International College of Osteopathic and Manual Medicine (ICOMM). He was President of the Dutch Register For Osteopathy from 1990 to 2001.Former President of the Upledger Institute and the Institute of Manual Therapy (SCOMM). De koning works in collaboration with the Barrall Institute and is also collaborating in the research project on atrial fibrillation with the Cardiologogy Department of the Fatebenefratelli Hospital in Rome. Jonathan Parsons, D.O. Graduated from the European School of Osteopathy (ESO) in Maidstone, UK. Former International Head of Department at the ESO. Other professionals are part of the staff or collaborate in indirect form and there ‘s many new specializations that are converging into Omicron Beta ranging from veterinary science to engineering. I’m convinced that the collaboration and integration of different disciplines of scientific background may create a productive environment in which new ideas can emerge and new knowledge can propel us forward. Last year I visited the Koch Institute for Integrative Cancer Research , I observed the way they worked and I was inspired, I found confirmation for what I had long been thinking. The key concept is collaboration among professionals coming from different backgrounds. We are already working on a first ambitious project. Due to privacy and corporate secrecy I can’t, nor do I want to, reveal any more details. Suffice it to say that there will be the possibility of making use of modern technologies and of developing new devices that might study what happens in the tissues following osteopathic manipulations, the modification in molecular patterns and how some pathological processes (oncogenesis, inflammation) can be affected. For this reason, we are working with the support of the University of Tor Vergata (Rome) and the University of Viterbo. Think, believe, dream and dare! Our final goal is to prove that Osteopathy deserves a prominent place among the official sciences. I also founded the GAMMA WAVE srl – Advanced Osteopathic Education and Training, an association with the aim of organizing high profile post-graduate courses. We will be operating in two directions: Post-graduate courses within the osteopathic domain. These will relate to topics that are usually overlooked during classical education; Courses about basic scientific subjects such as Cytology, Histology, Biochemistry, Physiology, Physiopathology, etc… The reason behind this choice lies in the unwavering conviction that if the professional osteopath wants to be able to communicate and be welcomed in the scientific community, he needs to have the proper knowledge. Too often that’s not the case. If we claim to fix something, we should at least know how it’s made and how it works. The outstanding complexity of the human organism and how it interfaces with the environment is largely unknown but I think it’s an ethical obligation for every osteopath to know as much as possible about this extraordinary machine we work on every day. In order to do this we need to go back to basics, “You need to know the alphabet before you call yourself a poet”. Basic scientific subjects are the alphabet in our profession. These knowledges will allow the osteopath to be at the same level as any other scientist and give an added value to the profession. As we are still struggling for official recognition, we should consider this prerequisite of fundamental importance. “Shoot for the moon. Even if you miss you’ll land among the stars”.
OMICRON BETA Osteopathic Research and GAMMA WAVE Advanced Osteopathic Education and Training, how they came to be. I have been working as a professional osteopath for 15 years now. After my D.O, I fully committed to clinical activity and teaching, first as an assistant and then as a lecturer myself. Along this journey it dawned on me that Osteopathy did have a great potential but it was lacking explanations to support it. In 1998, the Scientific American published an article that presented studies on the concept of Tensegrity and cellular mechanotransdution. I instantly realized that these new concepts were a viable way to explain what the osteopathic principles had been professing for 150 years. So off I went, gathering material and information about the subject to finally notice that I didn’t have the basic knowledge that would allow me to understand what was written in most of the articles I was reading. Receptors, molecular patterns, enzyme cascades, chemical reactions were nothing more than a potpourri of baffling names. The deeper I went with my studies, the more I felt frustrated, disheartened. It was a nightmare. I was lacking the knowledge of fundamental subjects like Cytology, Histology , Biochemistry and Physiology just to name a few. My previous studies in Physical Therapy and Osteopathy were not nearly enough as far as these subjects were concerned. So I started to study on my own as much as I could. In 2003 I presented my dissertation for the end of the course, the title was “Tensegrity, structure and function”. The examination board and my supervisor, a french doctor, were not expecting that in the slightest. Starting from that moment, the impulse towards research and looking for the cause of things has increased exponentially. I have also enrolled at the University of Tuscia, Department of Biology, hoping to fill in the gaps I have and, most of all, have finally access to the labs. During this time, I was sharing my ideas with some researchers, ideas that might explain the biological processes on which Osteopathy is based. Surprisingly, I received nothing but positive feedback and what’s more, I aroused curiosity in many people in Italy and abroad as well. We often talk about self-healing mechanisms for instance, but do we actually have knowledge about them? How can osteopathy affect these processes? What are the changes that manipulation techniques produce in the physiology of organs, tissues and cells? What are the molecular patterns? How can mechanics affect biochemistry? In what way does structure govern function? How is it possible that the functional modification in a group of cells can affect the activity of the whole organism? These are the questions I’ve been asking myself and my mind is set on finding the answers. The idea behind OMICRON BETA Osteopathic Research sprung from this necessity and from the importance of combining the knowledge from osteopathy, biology and medicine together. I strongly believe that only by integrating these disciplines, we may finally give Osteopathy that scientific basis and evidence support that have been missing so far. Omicron beta aims at studying the biological processes behind Osteopathy, test them with scientific rigor and spread awareness on why it was founded in the first place and that is: to look for the health within the patient and enable the organism to fight pathological processes in the best way possible. I think mechanotransduction is a viable way and from a deeper understanding of it, we might come to know more about the potential Osteopathy has as well as its limits. Unfortunately, too often osteopaths steer clear of pathology betraying Andrew Taylor Still’s original idea and their own profession. I believe this way of thinking only derives from lack of knowledge and understanding.